Guardiamo con interesse alla grande opportunità offerta dall’Università di Reggio Calabria, succhiamo il nettare da questo Ateneo… non andiamo fuori, invertiamo la tendenza grazie alle possibilità che qui abbiamo già, anche questa è ecologia integrale, valorizziamo l’agricoltura e le foreste, che il flusso positivo di questi giovani rappresenti la partenza comune, che siano volano di sviluppo di questa terra.
È questo il forte il richiamo che Monsignor Fortunato Morrone ha rivolto ai giovani nel suo intervento conclusivo al convegno “Laudato sii: riflessioni sul creato e sull’agire dell’uomo”, tenuto nell’Aula seminari “Francesco Saverio Nesci” del Dipartimento Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
L’incontro, promosso dal Settore Ricerca e Terza missione del Dipartimento di Agraria e dai Frati minori cappuccini della Basilica di Santa Maria Madre della Consolazione, con la partecipazione del Comando Regionale dei Carabinieri Forestali, ed ispirato al Cantico delle Creature di San Francesco, del quale ricorrono gli 800 anni dalla stesura, ha trattato il tema della cura dell’ambiente e della responsabilità dell'uomo nella gestione del creato.
Il convegno che ha rappresentato un’importante occasione di formazione per gli studenti del Dipartimento Agraria, futuri protagonisti della transizione ecologica e della gestione sostenibile delle risorse naturali, oltre che per tutto il numeroso pubblico che ha gremito l’aula “Nesci”, è stato aperto dai saluti istituzionali del Magnifico Rettore Prof. Giuseppe Zimbalatti, del Direttore del Dipartimento Agraria Prof. Marco Poiana, del Colonnello Giovanni Misceo Comandante Regione Carabinieri Forestali Calabria e di Fra Pietro Ammendola Guardiano e Rettore della Basilica Santa Maria Madre della Consolazione di Reggio Calabria, che hanno concordato sulla necessità della custodia e dell’utilizzo responsabile dei beni del creato, e di come la formazione dei giovani ed in particolare degli studenti universitari, rappresenti il principale strumento di disseminazione delle sane dottrine di conservazione, tutela e utilizzo degli elementi del pianeta.
I tre relatori, chiamati ad offrire il proprio contributo all’attento e qualificato uditorio, hanno declinato gli interventi su tre tematiche differenti ma convergenti. Fra Ippolito Fortino, Guardiano della Fraternità dei cappuccini di Cosenza, ha posto l’attenzione sull’intimo intreccio tra l’uomo e “sora nostra madre terra”, ed al riconoscimento che Francesco ad essa ed al creato tributa, e di cui l’uomo non è padrone, ma oggetto di governo e cura. Da qui la nascita di un mondo fraterno, poiché solo il frater è capace di una logica circolare e integrale, di servizio al creato e alle creature. Il prof. Carmelo Maria Musarella, docente del Dipartimento
di Agraria, ha presentato una disamina sul significato simbolico delle piante più citate nella Bibbia, testo sacro ma anche importante documento storico, che contiene molte informazioni sulle piante e sulla vegetazione dell'antico territorio chiamato Terra Promessa. Molti autori si sono occupati di tale argomento e il prof. Musarella ha operato una sintesi delle conoscenze, unendo simbolismo biblico e biologia vegetale. L'analisi delle 7 piante della Terra Promessa e di alcune altre a cui si fa riferimento nella Bibbia, così come quelle che vengono richiamate pur non essendo espressamente citate in essa, sono state il filo conduttore del suo intervento.
Il Colonnello Andrea Fiorini, Comandante del Gruppo Carabinieri Forestali di Reggio Calabria, nel delineare i profili di azione che caratterizzano l’operato del corpo, si è soffermato sulla funzione preventiva e di prossimità ambientale che i forestali svolgono, attraverso compiti di elevata specializzazione in materia di tutela del territorio e delle acque, di sicurezza e controlli nel settore agro forestale, che oggi consente di essere considerata la più articolata e forte "polizia ambientale" d'Europa e del mondo.
Nelle sue considerazioni conclusive S.E.R. Monsignor Fortunato Morrone, Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria – Bova, citando Papa Francesco, ha esortato alla capacità di prendersi cura di questa realtà che ci è stata affidata, e della quale non sempre i cristiani hanno saputo cogliere il concetto di cura, interpretando il dominio quale sfruttamento. Noi siamo animali ma siamo umani ed abbiamo la possibilità di capax, dei capaci di stare in una interazione con Dio e di interpretare in profondità l’impegno di prendersi cura – queste le sue parole.
Il presule ha concluso lasciando l’uditorio con un monito “la tutela del creato non è un concetto etico, ma di ecologia integrale, il nodo siamo noi con la nostra libertà possiamo curare e far crescere, non fare ciò che vuoi, ma fai ciò che è bene. La custodia della natura non è un problema green ma un problema antropologico, quando abbiamo pensato di essere il Dio onnipotente, abbiamo cominciato a consumare questa terra, pensando che le risorse fossero illimitate. Essere dominus significa essere servo, chi vuol essere altissimo sia umile”.
Particolare emozione in sala ha suscitato il Coro polifonico dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria quando, tra i propri intermezzi canori, ha intonato magistralmente l’Inno di Mameli e “Fratello sole e sorella luna”.